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Scuole, occupazioni e cogestioni: presidi e docenti a fianco dei ragazzi

Anche in città i primi istituti cominciano a far sentire la loro voce contro la legge di stabilità

TRAPANI. Clima di dissenso generale nei confronti della legge sulla stabilità, nelle scuole secondarie di secondo grado della città. Occupazione o cogestione, i modi con i quali gli studenti concretizzano la propria agitazione, verso le ultime norme scolastiche varate dal Governo. Sui tagli e la scarsità dei fondi verte il malcontento dei giovani, i quali, a dispetto da chi li addita come «adolescenti in crisi», sono comunque tutti in classe ad argomentare con maestria, su una legge che definiscono «un'offesa per il loro diritto allo studio».

«È evidente il disagio della scuola - commenta Andrea Badalamenti, dirigente dell'istituto d'istruzione secondario superiore Sciascia - sulla quale la crisi economica ha un'inevitabile ricaduta. L'agitazione studentesca si può comprendere. C'è la percezione di un intervento sul sistema scolastico che è puramente ragionieristico e del tutto assente rispetto alle ragioni fondanti l'educazione e la funzionalità. Ho notato nei nostri studenti, interesse verso ciò che li circonda e senza strumentalizzazioni politiche. La loro cogestione è all'insegna delle parole: libertà e rispetto, tutti devono essere liberi di scegliere l'azione voluta, condivisa però con i docenti e la dirigenza».

«Concordo con i ragazzi - dice la professoressa Palmina Maiorana - non è giusto «tagliare» sempre a sfavore della scuola pubblica che è per tutti, e perché così sia, i fondi servono». Ed ecco le parole dei rappresentanti degli studenti di alcuni istituti, Simona Messana obietta: «Protestiamo contro i tagli, gli ostacoli economici per la realizzazione dei corsi extracurriculari, il dimensionamento numerico dei docenti di sostegno, per cui ci sono classi scoperte, la mancanza di materiali scolastici».

«Non c'è organizzazione per i compagni disabili - aggiunge Caterina Ciaravolo - e la diminuzione del personale Ata crea carenza di pulizia. Noi vogliamo una svolta, non siamo fiduciosi nell'attuale azione del Governo». «Siamo solidali con gli insegnanti per la sospensione di attività extracurriculari e anche la gita, se è necessario», afferma Ivonne Galfano. Roberta Rodittis precisa: «La politica dei tagli non ha una logica costruttiva e non ha senso se applicata all'istruzione».

«I fondi sono necessari per una scuola che non miri solo a ripetere la lezione - commenta Giorgia Gruppuso -, ma ad assicurare il vero diritto allo studio, corsi di recupero per chi ne ha bisogno e sicurezza». A lei si unisce Giulia Spitaleri, che spiega: «La nostra scuola (istituto Rosina Salvo) è in stato precario, spero non si verifichi mai un terremoto ed i servizi igienici non bastano».

«Sulle ragioni della protesta sono solidale con i ragazzi - aggiunge il dirigente scolastico dell'isituto Ciaccio Montalto, Enrico Porracchio -. Noi adulti stiamo rubando il futuro ai giovani. Però voglio ricordare ai ragazzi di non perdere di vista l'aspetto giuridico delle modalità di protesta. E di rispettare la norma (articolo 14 comma 7 del Dpr 122/09), che impone ai fini della validità dell'anno scolastico la frequenza di almeno i 3/4 dell'orario curriculare, perché in caso contrario l'anno non è valido».  

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