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Processo Denise, in aula il vicequestore di Mazara del Vallo

Antonio Sfameni, all'epoca dei fatti dirigente del commissariato di polizia, sta rispondendo alle domande del pm Francesca Rago, spiegando come furono svolte le indagini subito dopo la scomparsa della bambina

MARSALA. Con la deposizione del vicequestore Antonio Sfameni è iniziata davanti al tribunale di Marsala la venticinquesima udienza del processo per la scomparsa a Mazara del Vallo, il primo settembre 2004, della piccola Denise Pipitone, 4 anni.

Alla sbarra ci sono la 25enne Jessica Pulizzi, sorella (per parte di padre) della bambina rapita, che é accusata di concorso in sequestro di minorenne, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, 27 anni, che deve difendersi dall'accusa di false dichiarazioni al pubblico ministero.

Sfameni, all'epoca dei fatti dirigente del commissariato di polizia di Mazara del Vallo (attualmente è in servizio alla Mobile di Palermo), rispondendo alle domande del pm Francesca Rago, sta spiegando come furono svolte le indagini subito dopo la scomparsa della bambina.

"Me ne occupai - ha dichiarato il funzionario di polizia - a partire dal 3 settembre 2004. Si indagava a 360 gradi, nessuna ipotesi veniva esclusa. Abbiamo effettuato ricerche in tutte le
direzioni, anche nelle cave di tufo della zona, e intercettato tutti i protagonisti della vicenda, anche Piera Maggio", mamma di Denise. Nell'udienza dello scorso 8 maggio, il consulente dell'accusa, Gioacchino Genchi, a cui la Procura di Marsala affidò poi l'esame dei tabulati telefonici relativi alle intercettazioni effettuate in fase d'indagine, dichiarò che l'allora fidanzata (poi moglie) di Sfameni, e cioé Stefania Letterato, "fornì il suo telefono ad Anna Corona".

Quest'ultima, attualmente indagata per sequestro di minore in un secondo filone d'indagine, è madre di Jessica ed ex moglie di Piero Pulizzi, padre naturale di Denise Pipitone. "Con l'avvio delle intercettazioni - ha continuato Genchi - si interrompono i contatti telefonici tra Anna Corona e Stefania Letterato e quest'ultima smette di usare il suo telefono cellulare, attivato il 13 aprile 2002. Prima, invece, i contatti telefonici tra le due donne erano stati numerosissimi. In queste intercettazioni si sono verificate una miriade di anomalie". La Procura affidò successivamente le indagini ai carabinieri. 

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