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Salemi, il canile nel bene confiscato: ecco il progetto

La struttura si trova in contrada Baronia. Intanto è stato attivato il servizio di anagrafe canina in contrada Cuba

SALEMI. Realizzare un canile in un bene confiscato alla mafia per combattere il randagismo a Salemi e nei paesi limitrofi. È la volontà della commissione straordinaria che gestisce il Comune belicino concretizzare il progetto coinvolgendo anche i sindaci dei Comuni vicini e nello specifico di Gibellina e Partanna. A tal proposito i primi cittadini dei due centri, Rosario Fontana e Giovanni Cuttone, avrebbero già parlato della questione con i commissari di Salemi.

Il bene su cui dovrebbe essere realizzato il canile è quello sequestrato al mafioso vitese Calogero Musso, ubicato in contrada Baronia inferiore, nei pressi dello svincolo autostradale, al confine con il territorio comunale di Gibellina. Al progetto sta lavorando l’architetto Paola D’Aguanno dell’ufficio tecnico dell’Ente.

Non appena sarà pronto, il Comune potrà partecipare al Bando regionale per il finanziamento che ammonta alla somma di 300 mila euro circa. Nei terreni in questione i cani randagi non sarebbero tenuti in gabbia, ma potrebbero muoversi in uno spazio aperto. A gestire il canile potrebbe essere la «Fondazione San Vito Onlus» che si occupa già del vigneto che insiste nel terreno oppure qualche altra associazione. Il progetto, che consentirebbe di ridimensionare l’annoso problema del randagismo, potrebbe coinvolgere anche altri sindaci, oltre a quelli di Gibellina e Partanna.

Per combattere il fenomeno il comune di Salemi 2 anni fa circa aveva affidato alcuni cani randagi al canile «Mister Dog» di Crotone. Numero che negli anni è cresciuto fino ad arrivare a 46. Dunque un costo non indifferente per l’Ente belicino che spende 700 euro all’anno per ciascun cane, per una spesa totale che si aggira sui 40 mila euro circa. Di recente la commissione straordinaria, presieduta dal prefetto Leopoldo Falco, ha definito un piano di rientro che prevede la suddivisione degli animali in due tipologie.

Nella prima rientrano 18 cani di indole buona, che sono stati sterilizzati e microcippati e rimessi sulla strada secondo quanto prevede la legge. Di questi solo 4 cani hanno dato dei problemi in contrada Ulmi, ma solo perché disorientati, visto che avevano vissuto in un canile. Entro il prossimo mese arriverà dalla Calabria la seconda trance di animali, meno di 30, che saranno affidati ad un canile di Palermo, in questo modo sarà più facile per il Comune monitorare la situazione. Ciò permetterà all’Ente di risparmiare e seguire da vicino l’affido dei cani.

Da segnalare anche che il Comune ha attivato lo scorso mese di luglio l’anagrafe canina presso i locali dell’ex macello, in contrada Cuba. Il servizio, gestito dal veterinario dell’Ente, Antonio D’Aquila, è esteso anche ai cani dei privati. L’obiettivo è quello di microcippare tutti i cani, randagi e non, presenti nel territorio comunale. A tal proposito, se ne contano circa duemila.

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