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Castelvetrano, la gara va deserta Comune mette in vendita la Saica

Davanti ai capannoni la scritta «vendesi». Nessuno ne ha chiesto l’affidamento pagando un canone

CASTELVETRANO. È stato annullato il bando per la concessione in uso della Saica. Adesso il sindaco Errante ha deciso per la vendita definitiva dell'immobile. Sarà stata la vicenda della Saiseb che obbliga il Comune al pagamento di circa tre milioni di euro per la «famosa sentenza» all’impresa romana, sarà stata la contingenza economica. Fatto sta che dopo una recente nota, che invitava imprenditori alla gestione del sito dietro il pagamento a favore del Comune del canone di locazione, adesso sullo stabilimento campeggia la scritta «vendesi». Nessuno si era fatto avanti.


Forse perché nello schema di bando si leggeva che «l'immobile verrà concesso nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, dietro il pagamento di un canone annuo, che sarà posto a base d'asta e che comporterà una detrazione in presenza di opere realizzate dal soggetto aggiudicatario». Probabilmente lo scarso interesse degli imprenditori ha convinto il sindaco Felice Errante alla vendita definitiva dell'ex presidio industriale. Quest'ultimo si trova ad ospitare in una parte la palestra dell'attiguo istituto alberghiero, mentre restano vuoti gli altri capannoni di proprietà comunale. Doveva l'ex Saica, nelle intenzioni di chi lo ha acquistato, ospitare un centro congressi e per un certo periodo, sotto l’amministrazione Bongiorno funzionò. Poi la chiusura. La Saica realizzata dalla famiglia Taormina negli anni ’50, rappresentò il primo presidio industriale per la lavorazione dell'olio e per la sua commercializzazione, che arrivava anche in America. Addirittura forniva l'olio anche alle caserme militari in tutta Italia. Sul finire degli anni ’80 la Saica chiuse i battenti. Nel frattempo la struttura era stata acquistata dalla Celi di Santa Ninfa. Il comune nel 1999 ne decise l'acquisto. Le intenzioni erano quelle del rilancio economico, tant'è che dal 24 al 29 maggio del 2000 la Giunta Bongiorno organizzò lì al Centro Fieristico la «Giornata mondiale dell'olio extravergine di oliva», chiamata «Archeolio», che attirò centinaia di aziende interessate a far conoscere il loro prodotto. Poi la struttura fu per un breve periodo gestita dalla Cooperativa Creative che avrebbe dovuto sobbarcarsi spese insostenibili per l'ammodernamento e lavori di straordinaria manutenzione. Infine la chiusura. Una parte dello stabile, adesso ospita l'istituto alberghiero di proprietà della Provincia. L'Amministrazione comunale che nell'ultimo decennio è rimasta indifferente alla sorte di questo pezzo di storia, adesso vuole vendere, probabilmente stimolata da qualche imprenditore interessato a sfruttare i capannoni e quell'area immensa libera di pertinenza della struttura.

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