Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Lo Zingaro rinasce e la natura vince sulla burocrazia

Nell'ambito della campagna del Giornale di Sicilia che vuole far conoscere la rinascita della Riserva ferita, abbiamo già raccontato dell'avvistamento dell'aquila del Bonelli e del Falco pellegrino. Oggi si è vista la Coturnice

TRAPANI. L’aria di rinascita ha i nuovi colori delle montagne e il ritorno della fauna alla Riserva dello Zingaro che, a distanza di tre mesi dall'incendio che l'ha devastata in lungo e in largo, torna a riprendersi pian piano i colori e la propria identità. Nell'ambito della campagna promossa dal Giornale di Sicilia che vuole far conoscere, mese dopo mese, la rinascita della Riserva ferita, un mese addietro abbiamo raccontato dell'avvistamento dell'aquila del Bonelli e del Falco pellegrino.

Ora in Riserva si è rivista la Coturnice di Sicilia, una sottospecie endemica dell'isola. Le fiamme, lo scorso agosto, avevano fatto pensare al peggio, ma il suo ritorno qualche giorno addietro è stato monitorato, insieme a quello dei cinghiali, che vanno ghiotti delle sue uova. La sopravvivenza di questo volatile è minacciata dalla frammentazione del suo areale e l'intera popolazione siciliana è distribuita in aree circoscritte, compresa lo Zingaro.

E proprio in Riserva il «Progetto Life» (condotto in collaborazione con l'Università di Palermo, l'Istituto zooprofilattico e la Regione) mira ad arrestare la totale estinzione. L'avvistamento, dopo il devastante incendio, è il segnale concreto di speranza. E tre gabbie già pronte nelle contrade Sparauli, Pianello e Acci serviranno per intrappolare i cinghiali che, paradossalmente, ne minacciano anche loro l'estinzione, nutrendosi appunto delle uova.

Ma anche questa è natura che riprende il suo corso, nella Riserva dello Zingaro che torna lentamente alla normalità, una strada che s'intreccia con quello che l'uomo ha fatto e continua a fare. Di chi in maniera vigliacca ha bruciato questo pezzo di paradiso e di chi spende sacrifici e passione per tutelarla. In mezzo, trafile burocratiche e soldi che non ci sono più. E se la natura sta già riappropriandosi di questo piccolo paradiso - con le nuove fioriture che hanno portato già in alta quota insetti di ogni genere - il racconto di ieri degli addetti ai lavori preoccupa. Un progetto straordinario per il recupero degli steccati, la pulitura dei sentieri, la sistemazione della nuova segnaletica e dei tubi che portano l'acqua ai rifugi e musei, la spalcatura delle palme nane, è stato presentato qualche giorno dopo l'incendio dell'agosto scorso. Ma ad oggi attende di essere finanziato dalla Regione per 250 mila euro.

«La cosa più triste è stata la processione di politici che sono venuti qui non so a far cosa», dice la direttrice Valeria Restuccia. Fra meno di venti giorni scadranno i contratti agli ultimi forestali precari. E la Riserva tornerà ad essere gestita con dieci uomini. Risultato? Quei lavori di ripristino saranno rallentati e, forse, non potranno più andare avanti.

La natura ha, per fortuna, altri tempi. Lungo i sentieri di costa già percorribili sono rinate le palme nane e sono sbocciati i nuovi ciclamini e la mandragola. In alta quota, invece, sono già germogliate le nuove foglie sui resti di frassini, lecci e roverella. «Quel trauma dell'agosto scorso ha mortificato la biodiversità di questo luogo - spiega la direttrice - nonostante da un punto di vista visivo le montagne sono tornate ad essere verdi, di fatto la mortificazione del paesaggio ambientale è stato imponente».

I turisti, però, non si fermano, arrivano qui anche in autunno e in inverno. Tedeschi, inglesi, come due coppie che ieri, facendo tappa al Museo naturalistico, hanno appreso del perché alcuni sentieri siano ancora sbarrati al passaggio. «Unbelievable», incredibile ha esclamato uno di loro in tenuta da trekking, pronto per scalare le montagne e costretto a rinunciarvi perché il rischio di caduta massi non è ancora scongiurato del tutto.

Le abbondanti piogge delle ultime settimane hanno consentito di fare una prima valutazione ma, per riaprire i sentieri di media ed alta quota, saranno necessarie ulteriori verifiche. Lo scirocco che fa paura, invece, in queste settimane non è più soffiato, per fortuna. Ma gli operatori addetti ai parafuoco che hanno già lavorato nei mesi caldi d'estate aspettano ancora di essere pagati; e il progetto della Provincia di dare avvio sia alla promozione del territorio attraverso la tutela del patrimonio naturale che il supporto alla vigilanza alla salvaguardia della Riserva dello Zingaro, è rimasto per l’appunto un progetto.

Intanto dentro questo pezzo di paradiso siciliano le passioni nascoste di alcuni forestali precari sono venute fuori e consentono i lavori cosiddetti in economia. Come la manualità a lavorare il legno di Cristoforo Ancona che, grazie alla collaborazione di un collega che ha rispolverato il suo vecchio lavoro di saldatore, sta realizzando la nuova segnaletica con legno marchiato a fuoco, cancellata dall'incendio dell'agosto scorso. Ogni lettera è stata creata con ferro riciclato. E il legno è quello recuperato in Riserva. Passione di uomini, dono alla natura generosa e al bene comune. E la politica, dai palazzi del Potere, sta a guardare e s’interroga su dove e come trovare i quattrini per i progetti.

MESE DOPO MESE LA CAMPAGNA DEL GIORNALE DI SICILIA.

Raccontare come rinasce la Riserva dello Zingaro dopo l'incendio che lo scorso 8 agosto l'ha distrutta. Questa la campagna del Giornale di Sicilia che, mese dopo mese, vuole raccontare cosa è cambiato e cosa si è fatto in queste settimane. Ogni mese il punto sullo stato delle cose. Due mesi fa abbiamo raccontato la nuova vegetazione spuntata in contrada Acci, dove l'acqua dell'abbeveratoio ha anticipato i tempi delle piogge, facendo rinascere la prateria. Lo scorso mese, invece, abbiamo raccontato dell'attività di monitoraggio su alcuni volatili, con le testimonianze degli operatori della Lipu che in una battuta di birdwatching hanno osservato il ritorno sulle montagne dell'aquila del Bonelli e del Falco pellegrino: la prima si nutre maggiormente di conigli, il Falco, invece, di piccoli uccelli. Oggi il ritorno delle coturnici.

Caricamento commenti

Commenta la notizia