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Morace e le credenziali di Faggiano: «L’ha indicato al Trapani Perinetti»

Presentato ufficialmente dal comandante il nuovo direttore sportivo della società granata

TRAPANI. Il comandante Vittorio Morace la indica come «la giornata della svolta» perché «abbiamo il direttore sportivo, e che direttore sportivo! Davvero di spicco». È la giornata di ieri, quella in cui, il presidente del Trapani calcio presenta ufficialmente il nuovo «diesse» granata Daniele Faggiano ribadendone la competenza «certificata» dalle credenziali di un manager come Giorgio Perinetti.
«Con Perinetti è nata una grande amicizia - dice Morace - e su sua segnalazione è arrivato Faggiano. È stato subito entusiasmante stare vicini. Con lui abbiamo completato i quadri societari». «Il feeling è stato immediato - conferma il direttore generale granata Anne Marie Collart Morace - e sono convinta che collaboreremo bene per la sua tanta voglia di fare e di approfondire la nostra realtà». Credenziali che Faggiano non rinnega anche se l’espressione «scuderia di Perinetti» non gli piace.
«Scuderia va bene per i cavalli - puntualizza -. Noi facciamo parte di un gruppo di lavoro molto coeso». Un gruppo di lavoro nel quale Faggiano, che ha appena 34 anni, è entrato dopo avere avere fatto la gavetta nella sua Puglia (è della provincia di Lecce) passando per Manduria, Brindisi, Noicattaro ma arrivando a Bari e a Siena dove ha vinto campionati di B e ottenuto permanenze in serie A. È arrivato proprio da Siena e «il Trapani che cercava un ”grosso” (ironizza sulla sua stazza, ndr) direttore sportivo mi ha bloccato prima che potessi formalizzare un accordo che avevo già avviato (con il Vicenza, serie B, ndr) - continua Faggiano -. Del Trapani avevo sentito parlare come di una società seria quali nel calcio si fa fatica a trovare ma ho scoperto una realtà ancora più importante. Se non lo sapete, qui gli stipendi si pagano anche in anticipo».
Ma non è sicuramente questo il motivo per cui ha accettato l’offerta del comandante Morace. «Se non avessi trovato una società all’altezza non sarei venuto. Se sono qui è perché credo nel progetto», conferma. Ha firmato un biennale perché è un progetto che va completato. «La squadra è interessante - entra in qualche modo in valutazioni che non vorrebbe fare - ma si può fare sempre meglio». Sfodera grinta: «Dobbiamo vincerle le partite. Quando feriamo un avversario, dobbiamo ammazzarlo, non aspettare che muoia da solo». Riferimento, chiaro, alle troppe rimonte subite dai granata. Infine una rivelazione: «Roberto Boscaglia non lo conoscevo di persona, ma già lo scorso anno era attenzionato dal nostro gruppo per il suo modo di giocare che spesso da 4-4-2 diventa 4-2-4 come quello che praticano o praticavano allenatori che abbiamo avuto». Per la cronaca, si ratta di Giampiero Ventura, a Bari, e di Antonio Conte, a Siena.

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