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Processo Denise, la testimone cambia versione: cade l'alibi di Jessica

Antonietta Di Liberti è la titolare del laboratorio di analisi presso cui la mattina dell'1 settembre Jessica si sarebbe recata per un prelievo di sangue. All'Asp però non risulta alcuna registrazione

MARSALA. Con la testimonianza di Antonietta Di Liberti, biologa, titolare di un laboratorio di analisi a Mazara del Vallo è ripreso, oggi, davanti il Tribunale di Marsala, il processo per il sequestro della piccola Denise Pipitone, scomparsa il primo settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. Imputati sono Jessica Pulizzi, 25 anni, sorella (per parte di padre) della bambina rapita, che è accusata di concorso in sequestro di minorenne, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, 27 anni, accusato di false dichiarazioni al pm.

La Di Liberti è stata chiamata a testimoniare su quanto dichiarato dalla madre di Jessica, Anna Corona (indagata, sempre per concorso nel sequestro, in un altro filone d'inchiesta), secondo la quale, la mattina del primo settembre 2004 la figlia si sarebbe recata al suo laboratorio di analisi cliniche per un prelievo di sangue. Circostanza che nell'udienza del 6 dicembre 2011 era stata confermata in aula dalla biologa, che disse che il prelievo fu effettuato "tra le 10 e le 11". Denise sparì tra le 11.30 e le 11.45 circa. A provare la sue affermazioni, però, nessuna registrazione certa della prestazione effettuata. Il registro, infatti, non si trova e il computer, secondo la biologa, si sarebbe guastato.

La Procura di Marsala ha, perciò, disposto un accertamento presso l'Asp per verificare l'eventuale esistenza della richiesta di rimborso delle asserite analisi del sangue. Nella documentazione dell'Asp, però, non c'é traccia della richiesta. Non c'é prova, dunque, che Jessica Pulizzi, la mattina dell'1 settembre 2004, si sia davvero recata al laboratorio di analisi cliniche di Antonietta Di Liberti. Ascoltata nuovamente oggi su richiesta della difesa, la biologa ha mostrato di avere meno certezze rispetto alla precedente testimonianza.

"Non ricordo bene - ha dichiarato - quando la polizia venne nel mio laboratorio, ho detto che Jessica era venuta in laboratorio, ma non ricordavo il giorno esatto. Può accadere che una persona viene per analisi senza richiesta medica, ma poi questa richiesta deve essere consegnata". All'Asp, invece, la richiesta non risulta. Un alibi che per Jessica, dunque, viene a cadere.

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