Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il porto di Marsala aspetta manutenzione: intanto crolla tetto di un magazzino

A giugno era caduto un faro alogeno della torre del Molo Colombo. Nei giorni scorsi, la Procura di Trapani ha aperto un'inchiesta dopo che l'assessorato regionale alle Infrastrutture ha presentato un esposto in cui asserisce che tra la documentazione del progetto pubblico per la ristrutturazione

MARSALA. In attesa di un'opera di manutenzione nel porto di Marsala è crollato negli scorsi giorni il tetto di un magazzino. A giugno era caduto un faro alogeno della torre del Molo Colombo. Nei giorni scorsi, la Procura di Trapani ha aperto un'inchiesta dopo che l'assessorato regionale alle Infrastrutture ha presentato un esposto in cui asserisce che tra la documentazione del progetto pubblico per la ristrutturazione del porto di Marsala c'é una mappa, sulla distribuzione della posidonia, che non rispecchierebbe l'effettiva presenza sui fondali marini della pianta acquatica protetta. In presenza della posidonia non è possibile, infatti, effettuare alcun intervento.
Per la ristrutturazione del porto ci sono due progetti: uno pubblico (costo 50 milioni di euro) ed uno privato della Myr (costo 12 milioni). La magistratura dovrà, tra l'altro, accertare anche la legittimità dell'operato del progettista dell'elaborato pubblico: l'ingegner Pietro Viviano.
Viviano, infatti, cofirmatario con il suo collega Leonardo Tallo (arrestato il 4 giugno nell'ambito di un'indagine sull'impiego di cemento depotenziato a Balestrate) nella qualità di capo del genio civile opere marittime, è chiamato a valutare un progetto concorrente al suo: quello, appunto, della Myr.
Per il sindaco, Giulia Adamo, che ha caldeggiato il progetto di Viviano e Tallo anche prima di essere eletta sindaco, quand'era deputato regionale all'Ars, "nell'area interessata, la vegetazione (di posidonia, ndr) è del tipo esausto e, pertanto, consente gli interventi previsti nel progetto regionale". L'amministratore unico della Myr, Massimo Ombra si dice "allibito" perché "dinanzi alla conclamata esistenza di un grave falso documentale (scoperto dall'assessorato regionale alle Infrastrutture) il sindaco non ha preso le distanze dal progetto".

Caricamento commenti

Commenta la notizia